Prolungare al massimo l'abbronzatura

Bastano tre o quattro giorni di astinenza dal sole perché anche il più intenso dei coloriti ottenuti cominci a cedere. Perdita di luce, aridità della pelle e nella peggiore delle ipotesi aspetto a macchie. Macchie scure o piccole macchie bianche sulla pelle abbronzata sono infatti spesso una indesiderata eredità.
La pelle  si rinnova continuamente e questo processo viene stimolato ed accelerato dall’esposizione al sole. La tintarella non potrà quindi essere eterna ma con la giusta strategia si può mantenere più a lungo e sbiadire in modo graduale ed omogeneo.


Detersione
La giusta detersione è il passaggio chiave. No ad immersioni in acqua calda che seccano troppo, meglio docce tiepide. Il detergente giusto è delicato ed arricchito con proteine vegetali supernutrienti che mantengono morbida e compatta la pelle evitando desquamazioni che portano via il colore a chiazze.


Oli e burri
Oli e creme ricche, a base di oli vegetali e burri, emollienti e riepitilizzanti sono indispensabili contro la secchezza. Si usano tutti i giorni, in dose generosa, massaggiandoli ovunque sul corpo perché penetrino a fondo. Applicati gli oli anche prima di passare sotto la doccia, accentuano il loro effetto ricompattante contrastando con efficacia le spellature.



Autoabbronzanti
Da sperimentare anche gli autoabbronzanti quotidianamente durante la prima settimana dopo il sole, a giorni alterni in quelli a seguire. Le formule di ultima generazione sono velocissime nei risultati, precise in fatto di innocuità e fedeltà al colore.
Richiedono solo metodo nell’uso: si stendono sulla pelle perfettamente asciutta e pulita, scarseggiando nelle zone più ruvide e massaggiandole fino a completo assorbimento.

Pedicure con pesci: Doctor fish

Si chiama Doctor Fish, ed è un trattamento fatto in alcuni centri estetici per eliminare da mani e piedi ispessimenti cutanei, calli e duroni. Ecco come si svolge una seduta con i pesciolini “mangia – pelle” .
Innanzitutto va specificato che è una pratica che viene dal Medio Oriente, in particolare la Turchia, e che solo recentemente è sbarcata anche in Italia come tecnica alternativa per  manicure e pedicure.

Il protagonista del trattamento è un piccolo pesce d’acqua dolce della specie Garra rufa, che originariamente vive in Turchia, in pozze d’acqua calda al 33-34°C. Privo di denti, sfurtta la bocca a ventosa per nutrirsi di alghe e detriti animali ma che non disdegna detriti come le cellule morte dello strato superficiale della pelle dell’uomo.
Proprio in virtù di questa sua attitudine il Garra rufa viene oggi allevato ed utilizzato in campo estetico per favorire un leggero peeling naturale su mani e piedi, che permette di rimuover le cuticole e lo strato superficiale della pelle, appianando calli, duroni e altri ispessimenti. Pare che stimoli anche il microcircolo locale, donando una piacevole sensazione di benessere.

Come si svolge la seduta
Il trattamento si svolge in centri estetici attrezzati con postazioni speciali, una sorta di poltrone su cui ci si siede mettendo i piedi o le mani direttamente in una vasca con i pesci. Ogni vasca permette il trattamento personale di una sola persona.
Mani e piedi vanno lavati prima con il sapone e risciacquati accuratamente sotto l’acqua corrente per un paio di minuti in modo da rimuovere ogni traccia di detergente. Quindi, vengono immersi e lasciati in ammollo in acqua calda per 20-30 minuti, in modo che i pesciolini possano delicatamente effettuare il peeling su tutta la superficie. Non si avverte dolore, inizialmente un po’ di solletico, ma in genere dopo qualche minuto ci si abitua al delicato tocco dei pesci. Al termine, ci si asciuga e non si hanno né fastidi, né arrossamenti.
Eventualmente si può completare con una pedicure o una manicure tradizionali o con l’applicazione di una crema rinfrescante o idratante che mantenga più a lungo la piacevole sensazione di morbidezza. 
Il costo di una seduta si aggira in genere attorno ai 20-30 euro.


Da evitare in caso di
Il trattamento va assolutamente evitato in caso di tagli, infezioni, vesciche , verruche ma anche in caso di piede diabetico e in persone con le difese immunitarie indebolite.


Nei paesi d’origine di questo trattamento si ricorre a questo trattamento spesso per curare malattie cutanee come psoriasi e dermatiti. In Italia questo trattamento non viene svolto su chi ne soffre. Meglio specificare che i pesciolini non svolgono funzioni terapeutiche, ma hanno più che altro finalità estetiche. Si limitano ad eliminare le ipercheratosi, le aree ispessite da accumuli di cheratina, la proteina principale costituente dello strato corneo della pelle tipiche appunto anche di alcune malattie della pelle come psoriasi, dermatite atopica o ittiosi. Va precisato che non esiste una serie di documentazione scientifica che comprovi i benefici di questa tecnica e anzi, in Italia, se ne sconsiglia l’utilizzo in caso di malattie della pelle.